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NORMATIVE PER LA CATALOGAZIONE: CRITERI DI ORDINAMENTO

I modelli standard per la registrazione dei dati (normative) rilasciati dall’ICCD e disponibili nel SIGECweb sono organizzati in quattro tipologie, ognuna delle quali svolge un diverso ruolo nel sistema della catalogazione (http://www.iccd.beniculturali.it/it/normative).

SCHEDE DI CATALOGO

Modelli che raccolgono in modo formalizzato le informazioni sui beni culturali (dati descrittivi, tecnico-scientifici, geografici, documentali, amministrativi); sono contraddistinti dalla presenza del codice univoco “NCT”, che individua ciascun bene catalogato a livello nazionale e rappresenta il punto di riferimento dell’intero processo di produzione, verifica, aggiornamento, interscambio, pubblicazione e diffusione dei dati. L'ICCD ha emanato modelli catalografici diversi, in relazione alle differenti tipologie di beni, organizzati sulla base dei vari settori disciplinari (vedi avanti).

SCHEDE PER GLI AUTHORITY FILE

Modelli per l’acquisizione delle informazioni che riguardano entità in stretta relazione con i beni culturali e con la loro storia nel corso del tempo: gli autori o altri soggetti cui fanno capo precise responsabilità (sia singole persone sia enti collettivi); la bibliografia di riferimento; gli eventi (campagne di scavo e di ricognizione archeologica o altri eventi culturali, come mostre, rappresentazioni, ecc.). Queste schede vengono utilizzate per registrare i dati in modo omogeneo e standardizzato, così da costituire degli archivi autoconsistenti di riferimento, gli Authority file, al servizio del processo di conoscenza del patrimonio, utili per fornire punti di accesso per la gestione e la consultazione delle informazioni. Nel processo di catalogazione sono attualmente in uso le schede di Authority file: AUT - Archivio controllato dei nomi: persone e enti; BIB - Bibliografia; DSC - Scavi archeologici; RCG - Ricognizioni archeologiche; EVE - Eventi culturali (in corso di sperimentazione).

SCHEDE PER I CONTENITORI

Modelli per l’acquisizione delle informazioni che riguardano i luoghi dove sono collocati e conservati beni culturali: questi luoghi nel linguaggio catalografico vengono definiti "contenitori" e rappresentano sul territorio "nodi di aggregazione" di beni (in particolare di beni mobili). L'ICCD ha individuato ad oggi due diverse tipologie di contenitori:

il contenitore fisico, definizione convenzionale che indica il luogo fisico dove si trova un bene o un insieme di beni (un edificio, un complesso architettonico o uno spazio territoriale: un palazzo, una chiesa, un monumento archeologico, un giardino storico, un deposito, un sito archeologico, ecc.);

il contenitore giuridico, definizione convenzionale che indica la struttura conservativa giuridicamente riconosciuta nella quale è collocato un bene o un insieme di beni (museo, galleria, pinacoteca, parco archeologico, archivio, raccolta privata, ecc.).

In relazione a queste due tipologie sono state elaborate due distinte normative: la scheda CF per Contenitori fisici e la scheda CG per i Contenitori giuridici.

MODULI

Modelli per la registrazione standardizzata di informazioni in occasione di attività di censimento, di inventariazione (patrimoniale o di altro tipo), di approfondimento specialistico. Possono essere prodotti anche fuori dai flussi di lavoro propri della catalogazione: non sono associati a un codice univoco nazionale NCT, ma sono comunque contrassegnati da un codice identificativo, grazie al quale vengono gestiti nel sistema del catalogo e, quando utile, collegati ad altri standard ICCD (ad es. le schede di catalogo).

Nel sistema degli standard sono attualmente in uso: il MODI - Modulo informativo (per segnalazioni e censimenti di entità mobili, immobili e immateriali); il MEPI - Modulo per l'inventariazione degli Elementi del Patrimonio culturale Immateriale; il MINP - Modulo per l’inventariazione patrimoniale dei beni archeologici; il MIDF - Modulo per l’inventariazione dei documenti fotografici (inventariazione patrimoniale o di altro tipo); il MINV - Modulo per l’inventariazione (patrimoniale o di altro tipo); il MOEP - Modulo per l’epigrafia (strumento di approfondimento specialistico, in corso di sperimentazione); il MOPR - Modulo progetto e il MOSI - Modulo Area/sito, da applicare nelle indagini di archeologia preventiva (in corso di sperimentazione).

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Non rientrano tra gli standard catalografici i tracciati per le ENTITA' MULTIMEDIALI, strumenti funzionali alla gestione nel SIGECweb della documentazione di corredo ai modelli catalografici, resi comunque disponibili in questa sezione.

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Per quanto riguarda in particolare le SCHEDE DI CATALOGO, gli strumenti più noti e utilizzati fra gli standard ICCD, che hanno un ruolo “centrale” nel processo di conoscenza del patrimonio culturale, sono stati adottati i seguenti criteri di organizzazione.

AMBITI DI TUTELA MiC

nel quadro dell’organizzazione del Ministero della cultura, sono gli ambiti del patrimonio di competenza dell’ICCD, in cui vengono utilizzati gli standard elaborati dall’Istituto:
archeologico
architettonico e paesaggistico
demoetnoantropologico
storico artistico

CATEGORIE

in relazione ai tipi di beni descritti, le schede di catalogo sono raggruppate in:
BENI MOBILI
BENI IMMOBILI
BENI IMMATERIALI

SETTORI DISCIPLINARI

le tipologie di schede disponibili per la catalogazione dei beni culturali sono organizzate in base ai diversi settori disciplinari a cui afferiscono; ad oggi ne sono stati individuati nove:
beni archeologici
beni architettonici e paesaggistici
beni demoetnoantropologici
beni fotografici
beni musicali
beni naturalistici
beni numismatici
beni scientifici e tecnologici
beni storici e artistici

I settori disciplinari si presentano più articolati rispetto agli ambiti di tutela previsti dalla struttura amministrativa del MiC e alcune tipologie di schede “specialistiche” possono essere utilizzate in ambiti di tutela diversi (vedere per esempio le schede NU - Beni Numismatici, PST - Patrimonio scientifico e tecnologico, SM - Strumenti musicali).

TIPOLOGIE

Ai settori disciplinari afferiscono le diverse tipologie di schede definite per la catalogazione dei beni. Le tipologie attualmente in uso o in corso di elaborazione sono:

tipo scheda definizione
A Architettura
AT Antropologia fisica
BDI Beni demoetnoantropologici immateriali
BDM Beni demoetnoantropologici materiali
BNB Beni naturalistici-Botanica
BNM Beni naturalistici-Mineralogia
BNP Beni naturalistici-Paleontologia
BNPE Beni naturalistici-Petrologia
BNPL Beni naturalistici-Planetologia
BNZ Beni naturalistici-Zoologia
CA Complessi archeologici
CNS Centri/nuclei storici
D Disegni
F Fotografia
FF Fondi fotografici
MA Monumenti archeologici
MI Matrici incise
NU Beni numismatici
OA Opere/oggetti d'arte
OAC Opere/oggetti d'arte contemporanea
PG Parchi/giardini
PST Patrimonio scientifico e tecnologico
RA Reperti archeologici
S Stampe
SAS Saggi stratigrafici
SI Siti archeologici
SM Strumenti musicali
SMO Strumenti musicali-Organo
TMA Tabella materiali archeologici
VeAC Vestimenti antichi/contemporanei

Oltre ai tipi di scheda sopra elencati, l’ICCD ha di recente elaborato la SCAN - Scheda anagrafica bene culturale, con lo scopo di semplificare i processi di lavoro nelle situazioni in cui sia necessario procedere in maniera più speditiva. Questa scheda, che affiancherà le altre tipologie di schede già in uso, senza sostituirle, prevede un modello unico per tutte le categorie di beni culturali - mobili, immobili e immateriali - e per tutti i settori disciplinari; contiene un set ridotto di informazioni, ma è comunque provvista di un codice univoco nazionale (NCT) per l’identificazione del bene.

Per quanto riguarda lo stato, cioè la situazione applicativa delle varie tipologie di normative, si hanno: normative in uso: sono quelle utilizzate nel processo di catalogazione normative in sperimentazione: normative in corso di definizione, che hanno raggiunto un livello tale di elaborazione da poter essere rese disponibili per attività di prova, ai fini del loro rilascio ufficiale come standard nazionali (http://www.iccd.beniculturali.it/it/sperimentazionenormative) normative obsolete: si tratta delle normative rilasciate in passato dall’ICCD ma ormai completamente superate e desuete; nella gestione informatizzata nel SIGECweb vengono utilizzate per l’acquisizione di dati pregressi e per la loro ricerca e consultazione in banca dati, ma il loro uso non è consentito per attività di nuova catalogazione.

Un altro importante parametro è costituito dalla versione: gli standard ICCD, infatti, hanno subito aggiornamenti e modifiche nel corso del tempo, sia per quanto riguarda la struttura dei dati (cioè la sequenza di paragrafi, campi e sottocampi con le rispettive proprietà), sia per quanto riguarda le regole di compilazione. Tali cambiamenti, legati al progredire e all'affinarsi della ricerca scientifica nei vari settori disciplinari, nonché alle esigenze della catalogazione, sempre più complesse ed articolate, hanno portato a definire “versioni” successive: 1.00 (le prime normative strutturate dall’ICCD per l’informatizzazione dei dati); 2.00 (le normative applicate nel software T3); 3.00 (le versioni di normative elaborate in relazione alla prima fase di sviluppo del SIGEC-Sistema Informativo Generale del Catalogo negli anni 2002-2004) e 3.01 (anni 2005-2010); 4.00 (anni 2015-2021: si tratta delle normative elaborate sulla base della prima redazione completa della Normativa quadro definita dall’ICCD, la c.d. “Normativa trasversale”); fino ad arrivare alla versione 4.01 (dal 2022), attualmente in corso di elaborazione e sperimentazione.

Maria Letizia Mancinelli

ICCD - Responsabile del Servizio standard e metodologie

aprile 2023

Consulta anche http://www.iccd.beniculturali.it/getFile.php?id=8775